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Detta anche Jack. Insolito, ma vero.

mercoledì 24 ottobre 2012

La porta blu

Non so voi, ma io credo che le immagini abbiano un'incredibile capacità di esprimere idee e concetti che altrimenti se ne starebbero assolutamente muti. Sprecati.

Quando poi arrivano inattese, in un momento in cui certi giorni sembrano così lontani da essere diventati ricordi piccoli piccoli, allora il volume del messaggio si amplifica in modo tanto forte da fare eco nella testa.

E così è bastata una porta, la mia porta, a riportarmi a giorni di timore, insicurezza e grande libertà. Perché poi liberi ci si nasce, è una condizione che si ha dentro e che non smette mai di essere. Certo può capitare che tutto "l'intorno" cambi, ma basta riconoscersi per sentire che c'è.

E la mia porta era blu, un po' dissestata, ma bellissima, ve lo assicuro.



Quando me la sono chiusa alle spalle per la prima volta era notte fonda, pioveva, la valigia, come il solito, era troppo pesante e correvo il rischio di rimanere per strada sul serio.

Ed è stato così tutto il tempo: un rischio. Ho sempre lasciato dietro quella porta e chiuso fuori paure, tensioni ed insicurezze. Un po' tutti i giorni. Dal primo all'ultimo passo, con ironia, caparbietà e incoscienza probabilmente.

Ogni giorno ho creduto di non essere all'altezza del passo successivo, ho pensato di non riuscire ad andare avanti, ogni giorni ho dubitato di volermi mettere in gioco.
Sono brava a schivare i colpi io, lo ammetto.
Giorno per giorno ho scelto di sfidare quei limiti, senza alcuna certezza del risultato. 

Ora ricordo la vista dalla mia finestra durante il mio ultimo caffè londinese e ancora di più, la mia porta blu, dissestata di sicuro, ma bellissima, ve lo assicuro.






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