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Detta anche Jack. Insolito, ma vero.

lunedì 26 luglio 2010

WHO CARES?? I DO!

Sono proprio terribile, credo di doverlo ammettere. Non mi piace sbagliare, sopratutto quando intravedo gia' il prossimo gradino, il modo per fare bene. Allora viene fuori la parte perfezionista di me che vorrebbe poter sempre fare tutto bene, naturalmente al primo colpo! Voglio riuscirci e lo voglio ora!
Il punto e' che sapevo di essere affetta dalla "sindrome della maestrina", con tanto di dito indice sempre pronto ad intervenire per supportare ed arricchire le mie tesi, ma adesso anche quella della "prima della classe" non la posso reggere!
Dov'e quel sano menefreghismo che mi aiutava tanto ad essere felice quando le mie versioni di latino risultavano drammaticamente fallimentari??? Perche' onestamente, cosi' su due piedi, non ricordo di averne fatte dal greco!

Tocca fare i conti con se' stessi, qualche volta va anche bene far finta di essere qualcun altro, ma solo per giocare...

La verita' e' che i nostri limiti sono sempre li' a ricordarci quanto siamo fallibili e difettosi. Sarebbe carino se non spuntassero nelle occasioni meno convenienti, ma cosa vuoi farci: cosi' l'effetto shock ha decisamente piu' forza.
L'unica vera risorsa in questi, come in tantissimi altri casi, e' l'ironia! E lo so' che sembrero' una pazza se finiro' per oscurarmi e mettere il broncio per poi ridere confusamente nell'arco di 15 minuti circa. Rischiando appunto di apparire come una schizofrenica patentata.

Ma, pensandoci, preferirei ritrovarmi vagamente folle che banalmente perfetta!

venerdì 2 luglio 2010

Colorare la noia

Basta veramente poco.
Un momento di noia, seduta a questa scrivania, nell'attesa che scocchi il momento di andare, nell'attesa che la lancetta scorra avanti preferibilmente piu' veloce del normale. Un momento di noia che diventa insofferenza..forse perche' ferma non so stare, forse perche' la mente cerca sempre qualcosa.
E allora ho messo su le cuffie che normalmente usiamo per ascoltare campagne o video e ho caricato un po' di musica. Selezionata accuratamente per questa mente in cerca. Sono rimasta seduta su questa sedia (solo il piede va, proprio non riesco a tenerlo), ma gli occhi si fanno furbi. Furbi tanto quanto basta a portarmi da qualche altra parte. Qualunque altra parte. Qualunque posto io voglia.
E' cosi'incredibilmente semplice, alle volte basta solo lasciare spazio alla fantasia e ricordarsi che correre non serve poi a molto. Il tempo scorre veloce e la musica riempie tutta la stanza, colora i volti elle persone che mi siedono intorno. Ognuno di loro e' protagonista di una storia, di una racconto, di un pettegolezzo. Ogni sguardo, ogni sorriso, tutto si muove sulla colonna sonora come nel montaggio perfetto di un film da oscar. Vedo l'eroe, la principessa, l'ambizioso, l'artista, il severo arbitro, il romantico... mi spiace quasi un po' per loro. Per la prima volta.
Fino ad oggi ero io quella che rischiava di non capire i discorsi per intero, di non cogliere il senso sottile di frasi dette sottovoce e oggi, sono tutti loro ad essere fuori da questo mondo. Mi dispiace non possano cogliere il piacere e la meraviglia della mia lingua che, vi assicuro, ha qualcosa di speciale.
Basta cosi' poco a sentirsi un po' piu' forti, basta accettare la sfida, correre il rischio, tentare. Alle volte basta ricordarsi che siamo stati bambini e non c'e' modo migliore per essere davvero un adulto se non essendo un "bambino diventato grande".